mercoledì 11 novembre 2020

Transformers '84 - Segreti & Bugie n. 1

Il blog delle Cronache di Vector Sigma presenta finalmente il n.1 della miniserie Transformers '84: Segreti & Bugie in italiano e in formato PDF, in attesa delle conferma del solito disinteresse da parte di tutte le case editrici italiane, dovuto alla scarsa risposta da parte del pubblico nostrano.
Lo storico e defunto sito delle Cronache di Vector Sigma vi aveva già proposto l'episodio n. 0 di Transformers '84 che ora potete leggere in PDF, e di cui vi ripresentiamo anche recensione e note (in fondo a questa entrata del blog).
 
Ma che cosa si intende per Transformers '84?
 
Come vi abbiamo recentemente raccontato, la saga dei Transformer fu concepita dai creativi della Marvel nel 1984, e poi tradotta in fumetto e in serie animata (dalla Sunbow). Dalla saga USA scaturirono gli episodi aggiuntivi della Marvel UK, la quale arricchì ulteriormente l'epopea.
Il più prolifico e influente degli sceneggiatori di queste due serie fu Simon Furman, autore che gettò le basi per il un'enorme fetta dell'epica dei Transformer che impera ancora oggi.
 
Con Transformers '84, Simon Furman torna a esplorare le origini della saga, aggiungendo nuovi capitoli alla guerra su Cybertron e agli eventi della Terra successivi allo schianto dell'Arca, ma antecedenti al 1984. Nel n. 0, Simon Furman rilegge la storica avventura "L'uomo di Ferro" (G1 Marvel UK nn. 9-12, poi ristampata nella serie US, nn. 33-34), sostituendo i Cloni Autobot ai due anonimi cybertroniani sepolti sotto il castello di Stansham, e rivelando che Optimus Prime aveva progettato sin dall'inizio un volo suicida, per distruggere per sempre la minaccia di Megatron.
Nel n.1 che vi proponiamo adesso per la prima volta, invece, sono gli intrighi dei Decepticon a farla da padroni: i piani di Shockwave (che nella serie originale contende a Megatron il comando sui Decepticon), i sospetti di Ratbat, la potenza dei Conehead, le sottili macchinazioni di Starscream... e, soprattutto, l'inatteso Skyfire, lo scienziato in stile G2 più inquietante di tutti i Decepticon. Non manca ovviamente lo spazio per gli Autobot: la saggezza di Prowl, il talento di Perceptor (che nella serie originale guida la resistenza di Polyhex su Cybertron) e la potenza devastante dei Dynobot, con le loro micidiali modalità alternative cybertroniane.  


Transformers '84 n. 0
 
Osservazioni
 
Incaricata di produrre un racconto per festeggiare i trentacinque anni del marchio Transformers, la casa editrice IDW, con una mossa a sorpresa, richiama alla ribalta il veterano Simon Furman, tempo addietro accantonato in favore di scrittori più facili ad assecondare i gusti del pubblico moderno.
Con una operazione retroattiva che mescola diversi eventi delle due testate Marvel dedicate ai Transformers (la testata madre USA e quella derivata britannica, per brevità identificata con la sigla UK), il buon Furman imbastisce un prologo alla serie Marvel a fumetti originale dal sapore volutamente vintage, andando a integrare le vicende del n. 1 Marvel US con un retroscena strategico-etico assai tipico del suo grande lavoro di caratterizzazione svolto sul vero Optimus Prime (che, non a caso, funge da prologo al classico "Buone, gelide feste!", come spiegato nelle Note). La grande e intelligente forza celebrativa dell’idea di Furman si rivela grazie a un concetto che si dispiega su più piani narrativi e metanarrativi, in una notevole coreografia dove tutti gli elementi storici del mito dei Transformer vengono coinvolti in un unicum armonioso e lineare. Furman riprende e reinterpreta gli eventi di una delle poche storie Marvel UK non scritte da lui, riconducendola nell’alveo della continuità con la scelta di dare spazio a personaggi secondari, che oltre a essere pescati dalle più recenti linee di giocattoli Hasbro, sostituiscono gli atipici cybertroniani senza nome creati per quel riempitivo chiamato "L'Uomo di Ferro" (si noti come l’uso di modellini appena prodotti citi quindi la fortissima funzione di veicolo pubblicitario dei fumetti Marvel, dove l’affidabilissimo sceneggiatore Bob Budiansky riusciva a gestire trame ad ampio respiro pur introducendo dozzine di personaggi nuovi ogni mese). In termini di primati va notato che "L'Uomo di Ferro" è anche l’unico fumetto della Marvel UK che sia mai stato ristampato dalla testata Marvel US. Anche il formato utilizzato, ovvero il racconto autoconclusivo, è ormai una rarità nella attuale produzione fumettistica statunitense.
I tocchi di classe di Furman, che lo scrivente ritiene essere lo scrittore che più si è addentrato con successo nella caratterizzazione dei personaggi, ci sono tutti: vedasi ad esempio la squadra Decepticon che si disinteressa delle attività degli umani, che per loro equivalgono a quello che per noi potrebbero essere degli animali, a sottolineare l'enorme divario esistente tra le due "specie". Divario sottolineato anche dalle tempistiche della missione di Punch/Counterpunch. Non deve stupire che dopo circa quattro milioni di anni continui ancora, imperterrito, a svolgere il compito assegnatogli: il ciclo vitale dei Transformer è infatti infinitamente più lungo rispetto al nostro.
Furman, a differenza di molti altri, trasmette l’essenza del carattere dei protagonisti grazie a poche battute, con dialoghi asciutti che vanno al punto senza perdersi in verbosi e interminabili orpelli.
I disegni di Guido Guidi, in ambito Transformers, sono semplicemente magistrali: e non ci si aspettava niente di meno da lui. La magnificenza con cui rappresenta l'Arca, la spensieratezza di Bumblebee, Optimus Prime che china il capo nascondendo i propri dubbi interiori… il tutto accompagnato dalle solite anatomie impeccabili. La cura dei particolari, il sapore squisitamente retrò della grafica dei protagonisti, e in generale l’occhio attentissimo a cogliere lo stile originale di Frank Springer e Don Perlin, per reinterpretarlo in chiave moderna e robustamente realistica, lo rendono il disegnatore perfetto per questo racconto.
John-Paul Bove colora con un marcato effetto vintage: se i colori primari risultano "pieni", per quelli secondari usa la tecnica "Ben Day dots", che si sposa alla perfezione con i disegni di Guidi, rendendo ancora più particolare questa storia. La scelta di richiamare alcuni stilemi dell'epoca, vedi i personaggi secondari colorati in maniera quasi monocromatica in alcune occasioni, non può che aumentare l'effetto di rivivere programmaticamente un’atmosfera d’epoca, in chi già seguiva la serie originale. Ironicamente possiamo aggiungere che, se Bove avesse voluto omaggiare le colorazioni di Nelson Yomtov in maniera ancor più netta, avrebbe dovuto sbagliare lo schema cromatico di alcuni personaggi: soprattutto nei primi numeri della collana, il colorista originale cadeva spesso nell'errore.
In definitiva un racconto che vale sicuramente la pena di leggere, nonostante operi una leggera retcon sui due Autobot giunti sulla Terra, e nonostante soffra di una pecca che già caratterizzava la mai dimenticata serie Animated: l'obiettivo è puntato principalmente sugli Autobot, con i Decepticon nettamente in secondo piano. Sarebbe bello avere un secondo racconto che inverta la prospettiva (e cioè Transformers '84, Segreti & Bugie n. 1).
 
Note 

- Questo racconto è stato prodotto per festeggiare i trentacinque anni del marchio Transformers.
- La storia dura 24 pagine, a differenza dei fumetti contemporanei, ormai assestati sulle 20 pagine.
- Alcune vignette richiamano fedelmente certe scene già viste in US n. 1. In particolare il secondo pannello di pagina 10 omaggia il quinto pannello di pagina 5; il secondo pannello di pagina 20 ricrea il quinto pannello di pagina 6; e il terzo pannello di pagina 20 cita il secondo pannello di pagina 8.
- Optimus Prime che chiede a Ultra Magnus di continuare la lotta in sua assenza è un riferimento allo stesso concetto che Furman usò nello scrivere la saga parallela G1 Marvel UK.
- Prime parla dell'Orsa Maggiore come se fosse una singola stella quando, in realtà, è una costellazione.
- Nel racconto viene usata la cosiddetta tecnica dell'Introdump, ovvero i personaggi si chiamano esplicitamente per nome nel giro di poche battute, presentandosi così al lettore. E’ la stessa tecnica che nella saga originale G1 Marvel US veniva sfruttata dagli sceneggiatori per assecondare la Hasbro e presentare interi blocchi di modellini in una singola tornata.
- Traachon, Punch/Counterpunch, Fastlane, Cloudraker e Battletrap sono apparsi solo nei racconti originali della Marvel UK.
- Wingspan e Flywheels, oltre che nei fumetti inglesi, sono apparsi brevissimamente e senza essere nominati nella miniserie US "The Headmasters".
- Appaiono i Micromaster Erector e Rumble al lavoro sull'Arca. Teoricamente si tratta di un errore di continuità in quanto i Micromaster non erano ancora stati creati al tempo in cui è ambientato il racconto, ma le loro dimensioni lasciano pensare che si tratti di Cybertroniani non ancora “ridimensionati” per questioni di risparmio energetico. Curiosamente, in Rigenerazione Uno n. 92, lo stesso gruppo di personaggi si dedica alla costruzione del Ponte Spaziale su Nebulos
- L'apparizione di Ultra Magnus non è esattamente congruente con la continuità addizionale della G1 Marvel UK: nella sua scheda apparsa su UK n. 81 viene detto che è stato costruito negli anni 1980 (ma, siccome non c'era la Matrice a disposizione per dargli la vita, si può pensare che Magnus sia stato "ricostruito", magari con le memorie compromesse).
- La parte del racconto ambientata durante il medioevo si svolge prima degli eventi narrati in "L'Uomo di Ferro".
- "L'Uomo di Ferro", scritto da Steve Parkhouse, è originariamente apparso su G1 Marvel UK nn. 9-12 ed è stato successivamente ristampato su US nn. 33-34. Si tratta dell'unico racconto inglese riproposto sulla collana americana.
- Dai dialoghi, i soldati di Canute sembrano cristiani mentre quelli di Godwin sembrano praticare l’antica religione norrena.
- L'incontro tra Optimus Prime e Punch/Counterpunch avviene nelle terre desolate [badlands], un luogo utilizzato da Furman in Regeneration One.
- Il conto alla rovescia che precede il lancio dell'Arca è espresso in breem, una classica unità di misura dei fumetti G1.
- Vengono citati alcuni manufatti che all'epoca della G1 non esistevano: il disco dorato e le camere di rigenerazione criogenica sono apparse per la prima volta in Beast Wars. Inoltre Bumblebee cita l'epoca dei titani in riferimento ad alcuni recenti giocattoli di grosse dimensioni.
- La navetta di Fastlane e Cloudraker si chiama Mantlo, in omaggio a Bill Mantlo che sceneggiò i primi due numeri della collana US. Nel fumetto originale veniva descritta di grosse dimensioni mentre, in questo albo, appare significativamente più piccola.
- Fastlane e Cloudraker, che quindi grazie a questo racconto vengono identificati come l'Assistente e il Navigatore de "L'Uomo di Ferro", non assomigliano affatto ai Transformer apparsi nel fumetto originale. Tuttavia, a causa delle ferite subite, Cloudraker perde parte delle placche metalliche esterne: quello che si vede sotto in effetti ricorda l'aspetto dei robot originali, quasi a suggerire che le attuali placche metalliche di colore rosso fossero una sorta di esoscheletro.
- Il racconto ci spiega un dettaglio poco chiaro all'epoca della pubblicazione di "L'Uomo di Ferro"m ovvero perché Prime avesse ordinato la distruzione della navetta Autobot in maniera così repentina: è disposto a tutto pur di evitare il possibile ritorno di Megatron su Cybertron; Navigatore è infatti a conoscenza della posizione del pianeta.
- Optimus Prime non poteva saperlo ma, anche rimuovendo Megatron da Cybertron, la guerra non sarebbe finita. Altri Decepticon avrebbero preso il suo posto come ad esempio abbiamo visto fare a Straxus in G1 US nn. 17-18.
- Fastlane, Cloudraker e Wingspan muoiono, ma i personaggi sono presenti anche nel recente “seguito” IDW della serie G1 Marvel, e cioè Regeneration One: considerando però che questi personaggi sono classificati come “cloni”, la questione delle loro morti sembra trascurabile in termine di continuità.
- E’ davvero così sconvolgente e inedita, la rivelazione del piano di Optimus vista in questo albo? Chi si ricorda l’episodio britannico "Buone, gelide feste!" (G1 Marvel UK n. 198), in cui il redivivo Optimus Prime fa i conti con le motivazioni e le scelte che lo hanno condotto con l’Arca fino allo schianto sulla Terra, si renderà conto che Simon Furman aveva già gettato i semi per questi sviluppi nel lontano 1988.
-Personaggi (in ordine di apparizione)-
Punch/Counterpunch, Windcharger, Ironhide, Reflector, Acid Storm, Astrotrain, Jazz, Prowl, Quickmix, Wheeljack, Erector, Perceptor, Crumble, Optimus Prime, Traachon, Megatron, Soundwave, Starscream, Canute, Fastlane, Cloudbreaker, Sunstreaker, Bumblebee, Mirage, Bluestreak, Ultra Magnus, Ravage, Shockwave, Hakon, Battletrap, Wingspan, Flywheels, Gears, Hound, Brawn, Buzzsaw, Laserbeak, Rumble, Huffer, Ratchet.

Scheda di Nicola Balocca
Fonte principale delle note: TfWiki
 

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